La battaglia per lo Stato. Il risveglio russo

La battaglia per lo Stato. Il risveglio russo

In senso politico, la situazione in Russia sta diventando abbastanza critica. Piuttosto che piccole oscillazioni rimanenti in superficie, sono in corso svolte fondamentali. Proviamo ad elaborare uno schema concettuale degli eventi attuali.

C’è un Popolo (Narod in russo, che corrisponde al tedesco Volk; d’ora in poi verrà utilizzato il termine “Narod”), e c’è un popolo (popolazione). Questi due termini portano con sé differenti concetti, ma tutti questi confluiscono e sono riconosciuti in un’unica parola: “Russia”. Questa omonimia genera diversi livelli di significato, e il tutto diventa più complicato. Vediamo di mettere ordine posizionando ogni cosa al proprio livello.

“Narod” è una comunità storica e culturale. Questo è un soggetto del destino e creatore della storia. Tuttavia, non tutti i filosofi e ideologi ne riconoscono l’esistenza in questi termini. Narod non esiste per i Liberali — vi è solo un insieme di individui. Né questo esiste per i Comunisti — solo classi; per i Nazisti — solo le razze; e per i fascisti — solo lo stato. E, anche se può sembrare paradossale, Narod non esiste nemmeno per i nazionalisti — per loro, vi è una nazione politica basata sull’associazione individuale (la nazione borghese classica è un prodotto dell’Europa generatosi durante il periodo della Modernità). Il concetto di Narod non esiste per tutte queste ideologie — questa è la completa nomenclatura ideologica della Modernità. Eppure esiste, ed è l’unica cosa che esiste davvero. Heidegger era solito dire, “il Daseinesiste attraverso un Popolo” (Das Dasein existiert völkisch). Questo significa, la presenza dell’uomo nel mondo ci è data attraverso il Narod. Veniamo così dotati di lingua, aspetto, attributi psicologici, un posto nel tempo (la storia) e nello spazio (la geopolitica).

Oggi, il “Narod” russo si sta risvegliando riemergendo dai luoghi profondi del sogno, semplice e difficile, reso misero o arricchito, eppure di sogno si tratta. Esso vede la Crimea e la Novorussia come i fulcri territoriali del suo risveglio. Così, il Narod si protende verso un luogo dove la Luce Russa lo attrae come fosse un magnete, risplende attraverso gli eroi della Novorussia. Non ci sono emozioni, sciovinismo, o ultra-patriottismo. Non si può ridurre ad un “hurrà”, rimanere alla superficie; al contrario questa è la voce della nostra profonda essenza russa. Noi esistiamo autenticamente solo quando affrontiamo la morte. Solo di fronte alla morte diventa chiaro cosa significa essere russi. Le persone vanno in Novorussia, a Donetsk e Lugansk, obbedendo alla Volontà della Storia Russa, tracciata dalla Morte Russa. È la Morte Rossa che rende i russi ciò che sono. La Morte nel mondo. Nel nome del “Narod”. Morire per il Narod è vivere. Così, la gente va in Novorussia per vivere alla maniera dei russi.

Igor Strelkov è il simbolo del Narod Russo. Strelkov incarna il nostro spirito, la nostra volontà, la nostra resistenza. E anche se non siamo là con lui, ci fa provare vergogna di noi stessi e allo stesso tempo orgogliosi di lui, ma soprattutto, lui rinvigorisce la Fede nel nostro Narod. Strelkov esiste autenticamente. In lui, il nostro Narod trova il suo ritratto. E tutti coloro che sono con lui – Gubarev, Motorola, Mozgovoi, Babai, Purgin, e tutti gli eroi della Repubblica Popolare di Donetsk e Lugansk, ancora in vita o venuti a mancare – esprimono tutti il nostro Narod, i suoi volti. Così com’è. Così come vive ed esiste. Esso non può essere snaturato, non può essere corrotto, non può essere relativizzato.

Vi è anche una popolazione, il popolo. Se il nostro Narod è unito da entrambi i lati del confine, allora la popolazione è diversa. Le popolazioni non sono esattamente Narod, o, in modo più specifico, non del tuttoNarod. Ma in ultima istanza lo possono diventare se in loro l’essenza ultima irrompe, se si trovano di fronte alla Morte, se si risvegliano dal torpore. Ma potrebbero anche fallire. In quel caso, essi non sarebbero altro che individui dediti alla sopravvivenza, al comfort, alla ricerca della felicità, al successo, alla carriera, al benessere materiale, etc. L’Individuo come singolo è l’antitesi di Narod, un prodotto della sua decadenza. Il Narod si separa in individui affinché si riuniscano in esso di nuovo, tramite una Chiesa, Cattedrale, o Patria. Ma a volte ciò non accade. Così ci troviamo di fronte al puro individualismo. Ognuno per conto suo. In Grecia, questa tipologia di individuo, come soggetto di puro individualismo, senza alcun collegamento col Tutto o con il suo Narod era riconosciuta come idiotes, un cittadino che si chiude nel privato, che è anche l’origine del termine “idiota”. La popolazione include idioti nel senso etimologico. Il Narod è qualcosa di totalmente diverso, è un uomo che diventa uomo solo quando imposta una via al suo essere, vive all’interno della storia, e può udire la voce del sacro spazio della Patria. È l’Individuo al quale sono rivolte tutte le teorie politiche della Modernità: queste uniscono l’individuo in modi differenti: il Marxismo in classi, il nazionalismo in nazioni politiche, il Liberalismo nella società civile, ma nessuna di queste è un Narod. Così, la Modernità rigetta il Narod trattando solo con le singole persone. Il popolo della Russia considera quelli del sud-est dell’Ucraina differenti. E ha ragione: dal punto di vista legale, ciò accade formalmente se le voci dalle profondità dell’essere restano in silenzio. In questo caso, è assurdo parlare di Mondo Russo, Civilizzazione Russa e Grande Russia. Invece, vi sono le rispettive popolazioni di due unità amministrative, due gruppi di individui che hanno i loro rispettivi interessi e obiettivi. Così, la popolazione della Russia, il popolo russo, potrebbe rimanere sordo al dolore della Novorussia. Seguendo questa logica, lì vive un popolo diverso. La popolazione viene uccisa, violentata, massacrata, bombardata, ma ciò non è affar nostro. Non è né una buona cosa, né piacevole, ma, magari, hanno fatto qualcosa di sbagliato, pensa la gente. Sì, il popolo sopravvive. Ma il Popolo, Narod, vive. Qui sta la differenza. Per poter vivere, il Narodmanda i suoi figli e le sue figlie migliori verso la morte. Morte per il bene del Narod, per il bene della Vita. Non sopravvivenza. Vita.

Vi è anche uno Stato. Quest’ultimo è un meccanismo, una sovrastruttura. In esso, un Popolo, Narod, vede la sua creazione, magari, quella di più successo. Il Narod crea lo stato come un prodotto della sua volontà storica, e ne è orgoglioso. Ma lo Stato potrebbe allontanarsi dal Narod, dimenticandosi delle sue fondamenta. E in seguito potrebbe trasformarsi in un meccanismo autosufficiente e privo di vita, una macchina. Gli Stati possono vivere, ma possono anche essere morti. Uno Stato che vive non recide i contatti con il suo Narod, che lo ha creato, ottenendo da esso i suoi poteri. E lo Stato vive ed esiste. È così. Ma quando lo stato degenera, diventa un apparato, una macchina, un meccanismo burocratico invece che un tutto vivo e organico. In questo caso, lo Stato comincia a vedere il suo Narod solo come una popolazione, nelle sue tante individualità, e come una somma meccanica di atomi. Qualsiasi unione di questi atomi, che sia in una classe, nazione, o associazione, è sempre arbitraria. Il contemporaneo Stato Europeo nell’era della Modernità è nato già morto. È stato un meccanismo col quale ammucchiare una popolazione. Questo tipo di Stato uccide il suo Narod, che diventa una popolazione. Questo tipo di stato vive parassitando il suo Narod, si nutre delle sue pene e sofferenze. Uccide il suo Narod. E vi trova beneficio. Fa un affare. Questo è uno Stato di manager e “meccanici”; precisamente, uno Stato di commercianti e uomini d’affari.

Oggi, questa domanda è particolarmente interessante: cos’è lo Stato Russo in questo momento? Appartiene al suo Narod? O è solo una macchina? Questo è il problema principale per Putin, personalmente, come capo di questo Stato con una vaga duplice identità. La crescita del patriottismo in Russia, la riunificazione della Crimea e il confronto con l’Occidente sono tutti segnali della presenza di un Popolo, di un Narod. I cinici tecnici politici (scienziati politici), i manager onnipotenti che rimangono costantemente ai vertici del potere, la corruzione folle, il Liberalismo dominante, oligarchi anti-Narod, l’occidentalizzazione da parte dell’intellighenzia e delle élite, tutto questo punta verso lo Stato di morte, lo Stato della sopravvivenza. Putin, durante questi ultimi 14 anni, ha cercato l’equilibrio all’interno di questa difficile cornice fra lo Stato, il Narod e quell’élite liberale e alienata. Ha cominciato a fare passi in una direzione, e poi anche nell’altra. Naturalmente, senza un certo tipo di supporto per la Novorussia, l’immagine che ci fornisce la situazione di oggi, anche se difficile e critica, non sarebbe stata possibile. Se Putin fosse stato unicamente dalla parte dello Stato di morte, o “Russia Corp.”, avrebbe tradito già molto tempo fa. Ma questo non è il caso. Lui comprende il doloroso dramma dell’entità statale russa e la sua natura, stretta fra il Narod e l’élite (che dipende sempre dalla massa di individui dediti solo alla sopravvivenza, idioti nel senso etimologico della parola, singoli cittadini nella loro individualità). In altre parole, l’immagine è la seguente: da un lato, Putin (lo Stato) conta su Strelkov come incarnazione delNarod. Questa è la Novorussia come un tutto. Questi sono russi e tutto ciò che è russo. Dall’altro lato, c’è l’élite (Yurgens in tutte le sue espressioni), la burocrazia (Governo, Amministrazione), e comuni cittadini. Questo è uno Stato occidentale, meccanico, contemporaneo e liberale; in ogni caso non Narod, e in un certo senso anti-Narod. Putin sta nel mezzo. Non Putin personalmente, ma lo Stato, le sue intenzioni e la sua natura.

La Novorussia e il suo drammatico destino, espresso in particolare nelle storie di Strelkov, Gubarev, Mozgovoi e altri, che il nostro Narod, i russi, osservano col fiato sospeso, è una delle vie che Putin (la Russia) ha scelto. L’altra via ci porta invece nella direzione del compromesso, degli evidenti traditori, provocatori, tessitori di intrighi, liberali e occidentalizzati (nascosti o dichiarati), che usano la duplicità russa per i loro fini. Sono loro la sesta colonna, che, nella sua essenza, non è diversa dalla quinta. La popolazione obbedisce sempre ai vertici delle amministrazioni. Dopo tutto, essere licenziati, assunti, ricevere bonus e punizioni – in altre parole, sopravvivere – dipende da questo. Il Narod vuole uno Zar come incarnazione della sua più grande volontà attraverso la storia, come una figura sacra, come quella che unisce la Terra e il Cielo, che illumina e dà spiritualità al Narod stesso. Non vede vertici amministrativi. Vede un sovrano. Per il Narod, la Russia è lo Stato del Narod russo e di coloro che vi legano il proprio destino.

Oggi, questi due poli – Narod e anti-Narod – sono entrati nel più duro conflitto. Nessuno può dire come andrà a finire. Ogni scenario è possibile. La strategia finora adottata da Putin verrà messa da parte. La sua strategia di equilibrio non è più utile. La storia ha posto di fronte a lui un dilemma, un “aut-aut”: o il suoNarod o l’élite (con una popolazione “meccanizzata”, atomizzata e divisa). O la Civilizzazione Russa (che moralmente significa Novorussia, Strelkov e Gubarev) o una “Corporazione” russa (che significa pragmatismo, realismo politico e, infine, Yurgens e le sue varianti).

È il momento più difficile. Il nostro Narod ha fatto la sua scelta. Si è risvegliato, anche se non ancora nella sua forma completa, ma… guardatevi intorno. I russi si svegliano dal loro torpore di sopravvivenza, e coraggiosamente guardano alla Novorussia. Morire, che è vivere. Vivere autenticamente, come è. Strelkov marca l’orizzonte della nostra auto-identificazione, ed è assolutamente irrilevante chi lui sia come individuo. È colui che noi stavamo aspettando da così tanto tempo. Lui è l’eroe dei russi. E questo è sufficiente. Lui stesso dice chiaramente di essere il raggio di luce di Putin, la sua incarnazione solare. Ed ha ragione. Se Putin non avesse avuto questa particolarità, allora non ci sarebbe stata né la Crimea, né l’eroica difesa di Slavyansk. Il fatto che la Novorussia ci sia ancora, sarebbe impensabile senza questa parte di Russia, questo Narod. Ma anche un’altra cosa è evidente: la seconda parte (lunare) dello Stato si è ribellata. Traditori e “tecnocrati” hanno dichiarato guerra alla Novorussia, ai suoi capi e ai suoi simboli. Hanno dichiarato guerra a Strelkov. E ancora, abbiamo menzogne invece che battaglie. Tradimenti invece che aiuto. Disunione invece che solidarietà. Perfidia invece che lealtà. Riconoscete questo modus operandi?

È la maniera dell’anti-Narod. E ha offerto al Narod una sfida mortale. In paragone, i nazisti ucraini sono semplicemente burattini nelle mani dell’anti-Narod globale, che piano piano sbiadiscono sullo sfondo. Se non ci fosse un potente gruppo di traditori a Mosca, ai livelli più alti del potere, saremmo già vicino a Kiev. Naturalmente, noi saremo ancora qui. Il Narod sarà qui. I russi saranno qui. Ma vi è un’altra domanda: e lo Stato? Che strada sceglierà di seguire? Quella con il Narod o la sua antitesi? Questa è una battaglia più spaventosa che qualsiasi iniziativa militare. Cambiando leggermente il modo di procedere in superficie, alla periferia, otteniamo risultati enormi. Non appena i traditori cambiano leggermente la realtà dei fatti della Novorussia, essi creano disinformazione, aumentano l’incertezza, e tentano di infiacchire la determinazione. Tutto funziona: false argomentazioni, utilizzo selettivo dei fatti, menzogne; in questi ambiti la burocrazia anti-Narod fa scuola.

Non mi aspettavo che la guerra contro la sesta colonna sarebbe stata così sanguinosa e complessa, e che la sua controffensiva potesse essere così crudele. Dopotutto, perdere migliaia di cittadini in Novorussia, l’uccisione di donne e bambini, queste sono semplicemente le conseguenze delle azioni condotte dalla sesta colonna in Russia, che ha tentato di portare lo Stato dalla sua parte. In caso contrario – con suoi tentativi di far uscire di scena Strelkov, di cominciare le negoziazioni e fare compromessi con la Junta, le grandi somme rubate – i beni immobili all’estero, le famiglie ivi portate molto tempo fa, l’onnipotenza in Russia, ne soffrirebbero. Dopotutto, l’élite è composta quasi interamente da persone anti-Narod. Vi è solo un ambasciatore per il Narod, ma questo viene limitato nelle azioni dalla macchina di morte dello Stato.

Come nel 1612, durante il Periodo dei Torbidi, il Narod deve prendere l’iniziativa. Non può dipendere solo dallo Stato, che è in parte paralizzato dalla sesta colonna. Nemmeno Putin può sostenere tutta la responsabilità. L’Essere Storico è la nostra causa, la causa dei russi. I russi oggi sono la Novorussia, sulla mappa e nel cuore, sulle mitragliatrici e sulle reti sociali. Che momento difficile… Non riesco a trovarne un altro simile in tutta la mia vita… Ma è anche un momento gioioso! Una Russia che si risveglia difendendo il mondo russo, questa è una sensazione meravigliosa. Siamo russi in armi, che meraviglia!