Russkaja Ideja. Teoria politica e nuove sintesi nella Russia del XXI secolo
Schede primarie
TEORIA POLITICA E NUOVE SINTESI NELLA RUSSIA DEL XXI SECOLO
«Chi vuole restaurare il comunismo è senza cervello. Chi non lo rimpiange è senza cuore»
Vladimir Putin
Il crollo del sistema sovietico ha posto la Russia di fronte a questioni importanti, diremmo esistenziali : che cosa è la Russia e qual è il suo destino? La ricerca di una nuova strategia e di unideale politico avrebbero dovuto fornire il materiale per consolidare quell’edificio istituzionale chegoverna su un territorio comprendente undici fusi orari, numerose etnie, altrettante lingue. Ilproblema della definizione di una identità russa era già evidente nello storico displuvio sullaterminologia ufficiale da adottare per denominare tutti i cittadini della Federazione. Non si parla piùdi russkie («russi» in senso etnico), ma di rossijane , parola di difficile traduzione, che corrispondeall’incirca a «il popolo della Russia», proprio per includere nel termine la popolazione di etnia nonrussa – caucasici, per esempio.
All’inizio degli anni Novanta ci si era appena liberati del poteresovietico, l’unico, per dirla con Emmanuel Carrère, che «si arrogava il privilegio che san Tommasod’Aquino negava a Dio: fare che ciò che era stato non fosse stato»1. Una battuta molto diffusa all’era della perestrojka recitava che l’Unione Sovietica era l’unico paese al mondo con un passatoimprevedibile. Si trattava di stenderne, almeno su carta, il futuro. Negli anni di Boris El’cin ci provò il governo, perché la società russa era troppo occupata a sopravvivere al collasso economico per esprimere una propria tendenza ideologica. La teoria politica che dava forma alla nuova Russia, almeno a livello teorico, era la democrazia; per i russi, invece, a procurare al mercato delle idee una «ideologia russa» non era tanto la democrazia, quanto le dichiarazioni pubbliche dei politici. Un aneddoto racconta di un russo, presente nella capitale cecena Groznyj durante i bombardamenti dell’aviazione nel 1994, che alle domande dei giornalisti ebbe a rispondere: «Sono sopravvissuto ai nazisti, ora sono sopravvissuto ai democratici». Come poteva essere proprio la democrazia2 – che per alcuni russi si stava rivelando una «democratura»3, per usare il termine coniato da Predrag Matvejevic, e per altri «niente più che cleptocrazia e anarchia»4 – il nuovo ideale russo?