Il leader panafricanista ha compreso che lo studio congiunto della storia del suo popolo, della geopolitica e della metafisica costituiva il prerequisito fondamentale per una vera lotta per l’indipendenza. Egli è riuscito, con la forza della strategia e la conoscenza delle strade africane, a domare un concetto tuttora progettato e concepito da e per l’Occidente, vale a dire la società civile. Fondendo la circonferenza di quest’ultima (composta generalmente da ONG allattate alle mammelle dell’Europa o degli Stati Uniti) con la strada reale, egli ha brutalmente abbattuto le barriere e disimpegnato uno spazio metapolitico che non apparteneva a un popolo radicato, ma in effetti alle élite globalizzate apolidi.