L’EURASIA PRIMA DI TUTTO
Schede primarie
Nella nostra società russa* - particolarmente nella sfera sociale e politica – in questo principio del nuovo millennio si avverte una dolorosa carenza di idee. La maggioranza delle persone – inclusi amministratori, politici, scienziati, lavoratori – vengono guidate, nella vita come nelle scelte sociali, da un insieme di fattori temporanei, preoccupazioni casuali, richiami transitori ed effimeri. Stiamo rapidamente perdendo qualsiasi rappresentazione generale del senso della vita, della logica della storia, dei problemi dell’uomo, del destino del mondo. La scelta esistenziale e sociale è stata sostituita dall’advertising aggressivo. In luogo di una sensata ed esauriente ideologia politica troviamo una efficiente (o inefficiente) attività di PR. L’esito della battaglia di idee è definito dal volume di investimenti in entertainment shows. Drammatici scontri fra popoli, culture e religioni sono trasformati in spettacoli ispirati da corporations transnazionali e holding petrolifere. Sangue, vita, spirito umano divengono astrazioni statistiche, spese di consumo, nel migliore dei casi demagogiche figure di discorso all’interno di dolciastre ed ambigue lamentele umanitarie, dietro cui si cela un doppio metro di valore. La più rigorosa – ed al tempo stesso la più dannosa – concezione progettuale del mondo è formulata dai liberali coerenti. Queste forze, geopoliticamente orientate verso gli USA e l’Occidente, prendono ad esempio da copiare la politica, l’economia, il tipo di società, la cultura e la civilizzazione Americane. Questo campo ha una sua dignità - il suo progetto è logico e coerente, teoria e pratica vi si trovano legate. Ma fatto sta che altrettanto logici sono malessere mondiale, morte, divisione, separazione e distruzione dell’unità organica. I liberali pronunciano un “sì” deciso a quel “mondo unico”, confuso, futile, individualista, oligarchico, privo di qualsiasi punto di orientamento morale, spirituale e tradizionale, che si sforzano di creare su scala planetaria gli USA, superpotenza mondiale, intendendo la superiorità tecnologica ed economica come un mandato di egemonia privata su scala planetaria. E’ evidente che l’americanizzazione della Russia, del mondo intero, la servile obbedienza verso il nuovo gendarme mondiale – gendarme dello spettacolo – non piace a molti. Ma ciò si manifesta più sovente in maniera soltanto emotiva, episodica, incoerente. Uomini e interi movimenti politico-sociali si accontentano inerzialmente del vecchio, dei residui di quanto è appartenuto ad altre epoche, più nobili ed armoniose, di quanto è almeno in qualche misura migliore dello tsunami atlantico che trascina i resti della nostra propria civiltà russa. L’ostilità all’American way of life, al famoso “nuovo ordine mondiale” è una qualità integralmente positiva, che va salutata con favore dovunque la si incontri. Ma non è sufficiente. Serve un attivo contro-progetto, un’alternativa realistica, concreta e capiente. Le condizioni di questo inizio di millennio sono radicalmente nuove. E coloro che aspirano ad un nuovo futuro, invece di quel caos controllato e disintegrazione al neon che l’America ci impone, costoro sono obbligati non soltanto a dire “no”, ma anche a formulare, proporre, dimostrare e difendere un diverso, nostro proprio Piano di civiltà. Storicamente l’Eurasismo è esistito per vent’anni come tentativo di interpretare la logica dello sviluppo politico-sociale, culturale e geografico della Russia come un processo uniforme e sostanzialmente continuo, dalla Rus’ di Kiev fino all’URSS. Gli eurasisti hanno individuato nella dialettica del destino nazionale del popolo russo e dello Stato russo una missione storica unitaria, differentemente espressasi nelle differenti fasi. I drammatici eventi degli ultimi decenni in Russia e in tutto il mondo hanno reso nuovamente attuali ed essenziali le idee eurasiste. L’Occidente ha tenuto testa al suo più serio avversario a livello di civiltà – l’URSS. L’ideologia marxista ha improvvisamente perduto il suo fascino. Ma una nuova alternativa generale all’occidentalismo e al liberalismo (incarnati oggi come nel punto più alto del loro sviluppo dagli USA e dalla civilizzazione americana – che incomincia ad essere sempre meno tollerata persino dagli Europei, ascendenti del mostro mondiale) non è ancora apparsa. Il Neo-eurasismo ha posto le basi della moderna geopolitica russa, ha acquisito un forte potenziale di sostenitori fra i quadri delle strutture governative, nei ministeri e negli uffici legati al settore militare, i quali fondano sulla geopolitica eurasista molti seri progetti operativi internazionali, militari ed economici. Il Neo-eurasismo ha influenzato la politologia, sociologia e filosofia russa contemporanea. Il Neo-eurasismo è gradualmente divenuto un potente strumento concettuale dei monopoli statali russi, bisognosi di un modello strategico per lo sviluppo di una strategia a lungo termine per la loro attività in campo macroeconomico, una strategia dipendente non da processi politici temporanei, ma da costanti storiche, geografiche e di civiltà. Il Neo-eurasismo ha posto le basi di un intero ventaglio di correnti d'avanguardia nella cultura giovanile, ha offerto un impulso vivificante allo sviluppo creativo, appassionato di una intera direzione artistica. E’ giunto il momento di compiere il passo successivo, di dotare l’Eurasismo di una concreta dimensione politica e sociale. L’ideologia neo-eurasista ha gradualmente superato il livello della pura elaborazione teorica. Il nuovo governo russo è seriamente impegnato nella soluzione dei problemi strategici che il paese ha di fronte, ed ovviamente non è soddisfatto delle ricette primitive e distruttive imposte dall’Occidente e dai portatori dell’influsso occidentale in Russia: necessita di una visione del mondo e di sostegno sociale e politico. Il potere attuale, la sua specificità, la sua immagine sociale divergono considerevolmente sia dal periodo post-sovietico, sia dai tempi di acritica passione per il liberalismo sfrenato. Una nuova visione del mondo statuale, un nuovo modello patriottico di “correttezza politica” sono maturati. Di ciò testimonia l’insistente ricerca di un’Idea Nazionale in cui è oggi impegnato il potere. Tutte le condizioni sono mature per l’apparizione di un rigoroso movimento Eurasista nella nuova Russia. A chi è rivolto l’appello ad aderire ed appoggiare il nostro movimento? Ad ogni Russo, istruito o meno, all’influente e all’ultimo dei diseredati, all’operaio e al dirigente, al bisognoso e al benestante, al Russo e al tataro, all’ortodosso e all’ebreo, al conservatore e al modernista, allo studente e al tutore dell’ordine, al soldato e al tessitore, al governatore al musicista rock. Il movimento “Eurasia” è fondato sui principi del centro radicale. Non siamo né di destra né di sinistra, non siamo servilmente obbedienti verso l’autorità, ma neppure oppositori a tutti i costi, che abbaiano con e senza ragione. Ci rendiamo conto che l’odierna autorità in Russia, il Presidente Vladimir Vladimirovic Putin necessita di aiuto, sostegno, solidarietà, coesione. Ma, al tempo stesso, la cieca sottomissione ai capi, l'acritica connivenza con il potere, solo in quanto si tratta del potere, sono oggi altrettanto (se non più) perniciose dell'aperta ribellione. Noi siamo centristi nella misura stessa in cui il Presidente e il potere agiscono per il bene del popolo. E non in modo populista, transitorio, ma in una prospettiva di medio e lungo termine. E qui noi siamo con il Presidente con fervore, radicalmente, fino in fondo, senza badare alle piccole imperfezioni, accettando gli inconvenienti e le difficoltà che sorgeranno dal momento che la Russia si impegnerà seriamente al fine di salvare se stessa ed il resto del mondo dalla tremenda minaccia che proviene da Occidente. Nulla potrebbe essere più centrista del nostro incondizionato e totale appoggio alla costruzione patriottica della potenza da parte delle autorità (anche nei suoi atti più impopolari). Così i nostri predecessori, gli eurasisti, appoggiarono l'odiato regime, fondamentalista ortodosso prima, marxista poi, in quanto esso si opponeva all'Occidente – il peggiore dei mali. Ma il nostro centrismo radicale non è passivo. Comprendiamo perfettamente che l'attuale potere in Russia, secondo la logica delle cose, non possiede (e non può possedere) una chiara rappresentazione dei fondamentali scopi strategici, del drammatico problema filosofico e spirituale che il nuovo millennio reca – terribile, pericoloso, minaccioso, complesso, incompreso in secoli di sanguinose battaglie e crudeli sofferenze… In questo senso il potere è oggi smarrito e necessità di aiuto, punti di riferimento, orientamenti, specificare i quali è compito del popolo, della sua componente più attiva, volonterosa, intelligente e patriottica (e questa deve riunirsi nel nostro movimento, divenendone il nucleo). Il nostro movimento estende i suoi principi ad ogni settore della vita.
Nella sfera religiosa esso significa dialogo costruttivo e solidale fra le fedi tradizionali per la Russia – Ortodossia, Islam, Ebraismo, Buddhismo. I rami eurasiatici delle religioni mondiali presentano molte differenze rispetto alle forme che hanno messo radici in altre regioni del mondo. Esiste uno stile comune nella visione spirituale eurasista, il che, in ogni caso, non elimina in alcun modo differenze ed originalità di dogmi. Questa è la seria e positiva base per il riavvicinamento, il mutuo rispetto e la reciproca comprensione. Grazie all’approccio eurasista alle questioni religiose, molte frizioni inter-confessionali potranno essere superate o accomodate. Nella sfera della politica estera l’Eurasismo comporta un vasto processo di integrazione strategica. La ricostruzione sulla base della CSI [Comunità degli Stati Indipendenti] di una solidale Unione Eurasiatica (analogo dell’URSS su nuove basi ideologiche, economiche ed amministrative). L’integrazione strategica degli spazi interni della CSI dovrebbe gradualmente estendersi ad aree maggiori – ai paesi dell’asse Mosca-Teheran-Delhi-Pechino. Una politica eurasista è richiesta per aprire alla Russia uno sbocco sui mari caldi, non per mezzo di guerre e sofferenze, ma per mezzo della pace e dell’aperta amichevole cooperazione. Una politica eurasista in campo occidentale comporta relazioni prioritarie con i paesi dell’Europa. L’Europa contemporanea – a differenza dell’epoca in cui operarono i padri fondatori dell’Eurasismo – non rappresenta più la fonte dei “mali del mondo”. Il rapido succedersi degli eventi politici del XX secolo ha contribuito a spostare questo dubbio primato ancor più verso Occidente – nel Nordamerica, negli USA. Quindi nella fase attuale la Russia può trovare in Europa partner strategici interessati alla rinascita della sua precedente potenza politica. La Russia eurasista dovrebbe svolgere il ruolo di liberatore dell’Europa, ma stavolta dall’occupazione politica, economica e culturale americana. La politica eurasista della Russia è orientata alla cooperazione attiva con i paesi della regione del Pacifico, anzitutto con il Giappone. I colossi economici di questa zona dovrebbero vedere nelle politiche eurasiste della Russia un punto di riferimento per un sistema politico autosufficiente e per un potenziale strategico di risorse e nuovi mercati. A livello planetario l’Eurasismo si esprime in opposizione attiva ed universale alla globalizzazione, al pari del “movimento anti-globalismo”. L’Eurasismo difende la complessa fioritura di popoli, religioni e nazioni. Tutte le tendenze anti-globaliste sono a priori “eurasiste”. Siamo coerenti sostenitori del “federalismo eurasista”. Ciò significa la combinazione di unità strategica ed autonomia etno-culturale (in certi casi economica). Differenti stili di vita a livello locale in combinazione con un rigido centralismo negli aspetti fondamentali, connessi agli interessi dello Stato. Eurasismo nella sfera sociale significa la priorità del principio pubblico sull’individuale, la subordinazione dei modelli economici ai problemi sociali e strategici. L’intera storia economia dell’Eurasia dimostra che lo sviluppo dei meccanismi economici avviene qui secondo una logica alternativa rispetto al modello liberal-capitalista, individualista di beneficio personale sviluppatosi in Occidente sulla base dell’etica Protestante. La logica liberale della gestione economica è aliena all’Eurasia, e nonostante sforzi enormi non vi è modo di cancellare questo tratto profondamente radicato del nostro popolo. Il principio collettivo, comunitario di governo dell’economia, l’apporto del criterio di “equità” nel processo di distribuzione, rappresentano un carattere costante della nostra storia economica. L’Eurasismo insiste sul computo e sulla valutazione positiva di questa circostanza, e su questa base privilegia i modelli economici ad orientamento sociale. L’Eurasismo comporta la positiva rivalutazione dell'arcaico, dell'antico. Esso si rapporta con devozione al passato, al mondo della Tradizione. Lo sviluppo dei processi culturali è visto dall'Eurasismo con nuovo riferimento all'arcaico, all'inserimento di motivi culturali originari nel tessuto di forme moderne. La priorità in questo campo è restituita ai motivi nazionali, alle fonti della creatività nazionale, alla continuazione e restaurazione delle tradizioni. In quanto visione del mondo nuova e fresca, appena espressasi in forma compiuta, l’Eurasismo si rivolge anzitutto ai giovani, a coloro la cui coscienza non è ancora rovinata dal caotico oscillare da un modello ideologico inadeguato ad un altro ancor meno adeguato. L’ideale eurasista è l’uomo forte, appassionato, entusiasta, sano e bello (e non il bastardo zeppo di cocaina delle discoteche mondialiste, il gangster da strapazzo o la puttanella in vendita). Siamo in condizione di offrire valori positivi, diversi, invece del culto del brutto e della patologia, invece del cinismo e del servilismo di fronte ai surrogati dello spettacolo mondiale. Non permetteremo che i nostri figli siano uccisi, violentati, degradati, corrotti, venduti o incatenati ad una siringa. Il nostro ideale è una festa di salute fisica e spirituale, forza e valore, fede ed onore. Il movimento “Eurasia” può divenire una realtà solo se molti si raccoglieranno attorno ad esso. Molto può essere fatto anche da un singolo uomo, ma la poesia, come disse Lautréamont, riguarda tutti! A.G. Dugin
L’EURASIA PRIMA DI TUTTO
Manifesto del movimento eurasista
La crisi di idee nella Russia contemporanea
Al posto dell’uniformità totalitaria, l’indifferenza totalitaria. La maggioranza dei partiti politici e dei movimenti sociali persegue fini puramente tattici. Mai, concretamente, è dato di incontrare un’ideologia esplicita e conseguente, capace di strappare gli uomini da uno stato di sonnacchiosa indifferenza, di restituire pienezza alla vita.
L’americanizzazione e la necessità di un’alternativa
La più vasta, la più generale visione del mondo in grado di offrire una tale alternativa all’egemonia Americana, al mondo unipolare, al trionfo dell’Occidente, è l’Eurasismo.
I padri fondatori dell’Eurasismo
La principale tesi dei primi eurasisti (il conte N.S. Trubetskoj, P. Savitskij) suonava così: “L’Occidente contro l’umanità”, i popoli del mondo, la fiorente complessità di culture e civiltà contro l’unitario, totalitario modello occidentale, contro il dominio economico, politico e culturale dell’Occidente. La Russia (tanto antica, quanto ortodosso-monarchica, quanto sovietica) vide negli eurasisti una roccaforte ed un’avanguardia di questo processo mondiale, come una cittadella di libertà contro l’unidimensionale egemonia sull’umanità di un’escrescenza irreligiosa, secolarizzata, pragmatica ed egoista – la civilizzazione occidentale, rivendicante la propria supremazia, la propria dominazione materiale e spirituale. Su questa base gli eurasisti accettarono l’URSS come una nuova – paradossale – forma di quell’originale percorso della Russia. Disapprovando l’ateismo ed il materialismo culturale, essi riconobbero al di là della facciata esterna del comunismo gli arcaici caratteri nazionali, dietro alla Russia Sovietica la legittima eredità geopolitica della missione russa.
Patrioti convinti e coerenti, gli eurasisti giunsero ad una conclusione riguardo all’inadeguatezza delle forme tradizionali in cui era stata rivestita l’Idea Nazionale negli ultimi secoli. Il motto dei Romanov – “Ortodossia, Autocrazia, Nazionalità” – era soltanto una facciata conservatrice che celava contenuti ben moderni, fondamentalmente copiati dall’Europa. Il patriottismo sovietico esprimeva l’idea nazionale in termini classisti, che né coglievano l’essenza del problema di civiltà, né riconoscevano precisamente il significato della missione storica della Russia. Il nazionalismo laico dei Romanov era solo formale, ad imitazione dei regimi europei. Il patriottismo sovietico ignorava l’elemento nazionale, spezzava i legami con la tradizione, spazzava via la Fede dei padri.
Era indispensabile un nuovo, sintetico approccio. Anche questo venne sviluppato nell’ambito della filosofia eurasista, del movimento politico e sociale degli eurasisti. I padri fondatori dell’Eurasismo per la prima volta espressero la più alta valutazione della natura pluri-nazionale (imperiale) dello Stato Russo. Particolare attenzione dedicarono al fattore Turco. Il ruolo dell’eredità di Gengis Khan, depositario della statualità Tatara, assimilata da Mosca nel XVI secolo, fu visto da essi come la svolta decisiva della Russia verso l’Oriente, le sue origini, i suoi valori. Nella leggenda ortodossa proprio questa epoca è legata alla Sacra Rus’, alla trasformazione di Mosca in Terza Roma (dopo la caduta di Zargrad e la fine dell’Impero Bizantino). La missione della Sacra Rus’ si espresse nell’autoaffermazione di una propria cultura eurasiatica, di un sistema sociale originale, distinto nei suoi parametri fondamentali dal percorso seguito dai paesi dell’Occidente cattolico e protestante.
La Russia fu concepita dagli eurasisti come avanguardia dell’Oriente contro l’Occidente, come linea di difesa avanzata della società tradizionale contro la società moderna, secolare, ordinaria, razionalizzata. Ma nella secolare lotta per la preservazione del proprio “io” culturale la Russia, a differenza di molte società orientali, acquisì esperienza diretta dell’Occidente, adottò le tecniche da questo applicate, prese a prestito determinate tecnologie – ma ogni volta al solo fine di opporre all’Occidente le sue stesse armi. In termini moderni, ciò è detto “modernizzazione senza occidentalizzazione”. Pertanto la Russia poté tenere testa alla pressione dell’Occidente più a lungo di altre società tradizionali.
Da qui gli eurasisti trassero una importante conclusione: la Russia necessita non solo di un ritorno alle radici, ma della combinazione di un inizio conservatore con uno rivoluzionario. La Russia deve attivamente modernizzarsi, svilupparsi, aprirsi in parte al mondo circostante, ma preservando rigorosamente e rafforzando la propria identità. Per questo vennero definiti da qualcuno come “ortodossi bolscevichi”.
Ahimè – questo notevole movimento non è stato storicamente apprezzato nella misura dovuta. Lo straordinario successo dell’ideologia marxista rese la raffinata visione del mondo conservatrice-rivoluzionaria degli eurasisti inefficace, superflua. Alla fine degli anni ’30 l’impulso originario del movimento eurasista, in Russia come negli ambienti dell’emigrazione Bianca, era definitivamente svanito.
La staffetta del pensiero eurasista passò da allora nelle mani non tanto di politici ed ideologi, quanto di scienziati (primo fra tutti il grande storico russo Lev Gumilev).
Neo-eurasismo
Né poteva comunque apparire.
I frammenti separati – il nazionalismo pre-rivoluzionario, il sovietismo inerziale, o le stravaganti fantasie dell’ecologismo e del sinistrismo – non potevano costituire un fronte unito. Mancava la base di una comune visione del mondo, di un comune denominatore. L’occasionale ravvicinamento delle posizioni degli oppositori al globalismo e all’americanizzazione non ha dato luogo ad una vera sintesi di concezione del mondo.
In questo momento, le menti più attente, i cuori più puri e gli spiriti più accesi si sono anch’essi convertiti all’eredità eurasista. In esso hanno colto quella fonte di salvezza, il germe di quella dottrina che idealmente rispondeva alle esigenze del momento storico.
Il Neo-eurasismo incominciò a costituirsi come corrente sociale, filosofica, scientifica, geopolitica e culturale dalla fine degli anni ’80.Allontanandosi dall’eredità degli Eurasisti russi degli anni ’20 e ’30, fatta propria l’esperienza spirituale della tradizione deglistaroobrjadtsi dell’Ortodossia Russa, arricchiti dalla critica sociale di populisti e socialisti russi, reinterpretate in maniera originale le conquiste della fase Sovietica della storia patria, ed al tempo stesso padroneggiando la filosofia del tradizionalismo e della rivoluzione conservatrice, la metodologia geopolitica e le originali dottrine rivoluzionarie della “nuova sinistra” (cioè di quelle correnti intellettuali sviluppatesi in Occidente, ma dirette contro la logica dominante del suo sviluppo), il Neo-eurasismo è diventato la più seria piattaforma di una visione del mondo nella società russa contemporanea, prendendo forma di compiuta scuola scientifica, di sistema di iniziative sociali e culturali.
Il Neo-eurasismo ha avuto un poderoso influsso sui partiti politici e sui movimenti della Russia contemporanea: elementi presi a prestito dall’arsenale ideologico neo-eurasista sono rintracciabili nei documenti programmatici di “Unità”, del KPFR [Partito Comunista], di OVR [Otetchestvo-Vse Rossikja], del LDPR [Partito Liberal-democratico], del movimento “Russia” e di un insieme di altri movimenti e partiti minori. Questi elementi restano tuttavia frammentari, mescolati ad altri eterogenei e persino contraddittori (tutto ciò fa dei grandi partiti russi delle formazioni più che altro di natura tattica, de-ideologizzate, create per la soluzione di problemi politici locale ed a breve termine).
Il nuovo soggetto politico e sociale
Se il consueto sistema politico è atto alla soluzione di problemi temporanei (benché noi lo consideriamo inadeguato anche sotto il profilo strettamente pragmatico), in una prospettiva di medio periodo (per non parlare di una visione strategica a lungo termine) esso non ha alcuna possibilità, ed esige una radicale riforma. L’attuale sistema si è formato durante il processo di demolizione del modello Sovietico e di sua sostituzione con una formazione liberal-democratica di stampo occidentale. Ma oggi né il primo né la seconda sono accettabili per la Russia. Ed inoltre, esso è inadeguato a fronte della difficilissima situazione che il paese si trova a dover affrontare – conseguenza delle precedenti politiche da operetta. Ciò di cui abbiamo bisogno sono partiti e movimenti basati su una visione del mondo, riflesso degli interessi di concreti strati della popolazione, radicati nel popolo, capaci di educarlo, guidarlo e difenderlo, anziché sfruttare la fiducia (e l’ingenuità) delle masse a beneficio di interessi privati o di ristretti gruppi.
E coloro che furono alle origini del Neo-eurasismo, che formarono le premesse teoriche e i fondamenti della geopolitica russa, della filosofia eurasista, della politologia e sociologia conservatrice-rivoluzionaria, coloro che hanno lottato per anni per l’ideale dell’Eurasia, per la rinascita del popolo russo e della nostra Grande potenza – costoro hanno preso la decisione di formare il nuovo movimento sociale e politico “EURASIA”.
Chi saranno i membri del movimento “Eurasia”?
Ma solo a colui che ama la Russia, che non sa concepire se stesso senza di essa, che ha compreso la necessità del severo sforzo a tutti noi richiesto affinché il nostro paese ed il nostro popolo conservi il suo posto sulla mappa del nuovo millennio (da cui continuamente cercano di cancellarci); a colui che vuole, appassionatamente vuole che noi tutti alla fine torniamo ad erigerci in una grande potenza, che sradichiamo dal nostro comune organismo tutte le escrescenze parassitarie, che strappiamo il velo di nebbia dalle nostre menti, che affermiamo al di sopra del paese, del continente, del mondo i nostri solari ideali Russi – ideali di Libertà, Equità, Fedeltà alle Origini.
Centro radicale
Qui i ruoli cambiano, ed ora spetta al potere ascoltare la voce dell'Eurasia. Questa voce non è il servile «cosa desiderate?» dei partiti condiscendenti ed artificiali, adatti per le poltrone e gli schermi televisivi. E' il possente radicale appello della terra, la voce delle generazioni, ruggito profondo del nostro spirito e del nostro sangue.
Priorità del movimento “Eurasia”
Dovremmo far rivivere le tradizioni del popolo russo, contribuire alla ripresa della crescita demografica russa. E soprattutto, ridestare nel popolo la spiritualità organica insita in esso, la morale, gli elevati ideali, il vivo e fervente patriottismo. Senza un prioritario risveglio della nazione russa, il progetto eurasista non ha possibilità di diventare realtà. La comprensione di questo fatto è la base della nostra visione del mondo.
A maggior ragione, l'Eurasia riguarda tutti!
Ora tutto dipende dai nostri sforzi. Nessuno promette soltanto vittorie, aumento del benessere o azioni dell'industria dell'entertainment. Avanti stanno giorni di duro lavoro, spesso invisibile dall'esterno.
Avanti stanno difficoltà e battaglie, perdite e fatiche, ma anche il piacere e il Grande Fine!
1° Gennaio 2001