Gli USA hanno incominciato a muoversi sistematicamente verso una posizione egemone nel mercato mondiale già a partire dal 1919. Secondo il belga Luc Michel (Nazionalismo economico contro l’economia mondiale, Elementy, n.4, 1993): «I primi concorrenti che fu necessario superare furono gli Inglesi, la cui presenza politico-economica si estendeva sull’intero pianeta. Le operazioni degli Americani si succedettero l’una all’altra. Le basi militari inglesi sparirono dalle Bermude, Giamaica, Antigua, Bahamas, St.Lucia e St.John’s, ed al loro posto apparvero basi militari americane. Anche in Islanda e Groenlandia fecero la loro comparsa gli americani, sebbene in precedenza questi paesi si trovassero entro la sfera di influenza inglese. Gli USA concessero all’Inghilterra enormi crediti (gli interessi sui quali erano già somme favolose), ricevendone l’accesso alle sfere finanziarie e commerciali chiave. Consolidamento dell’alleanza politica con il Canada, controllo sui capitali inglesi collocati presso imprese americane, infiltrazione a Singapore, nella costa occidentale dell’Africa e fino al Golfo Persico (isola del Bahrein)… La vicenda arrivò persino ad una inaudita interferenza negli affari di uno stato sovrano — il rappresentante del presidente Roosevelt, Harry Hopkins, presenziava alle sessioni riservate del gabinetto ministeriale inglese. Il processo di “decolonizzazione, stimolato dagli Stati Uniti, fu in realtà la via dell’instaurazione dell’egemonia continentale Americana.
Un anno importante il 1934, in un decennio che rappresentò una svolta nei destini dell’Europa e dell’intero pianeta. In Germania Hitler da poco Cancelliere del Reich si apprestava a gettare le basi di una rinnovata potenza tedesca mitteleuropea, assetata di Lebensraum, che avrebbe incendiato da un capo all’altro il continente, quell’Europa che rappresentava ancora, geopoliticamente parlando, il motore della politica mondiale. In essa infatti risiedevano ancora i centri politico militari, economici ed intellettuali di piccole nazioni in possesso di grandissimi imperi coloniali: la Gran Bretagna, come sempre più rivolta agli oceani aperti che al retroterra continentale, la Francia che preparava nelle proprie scuole ed università quelle élites rivoluzionarie di Asia e d’Africa, le quali nella seconda metà del XX° secolo avrebbero guidato le lotte di liberazione nei rispettivi paesi proprio in nome della Libertè ed Egalitè (per la Fraternitè ci sarà sempre tempo..) degli “Immortali Principi” che avevano fatto potente Parigi e succube il mondo.