Julius Evola e il tradizionalismo russo
L’opera di Evola è stata scoperta in Russia negli anni 60 dal gruppo assai ristretto degli intellettuali dissidenti anticomunisti, detti “i dissidenti di destra”. Era una piccola cerchia di persone che avevano rifiutato volutamente la partecipazione alla vita culturale sovietica e avevano scelto l’esistenza clandestina. La contestazione della realtà sovietica è stata presso di essi così totale perché si cercavano i principi fondamentali che avrebbero potuto spiegare le radici di questo giudizio negativo assoluto. E’ su queste vie di rifiuto del comunismo che si sono scoperti certi lavori di autori antimoderni e tradizionalisti: soprattutto i libri di Réné Guénon e di Julius Evola. Due personaggi centrali animavano questo gruppo – il filosofo musulmano Geidar Djemal e il poeta non conformista Evgeni Golovin. Grazie ad essi, i “dissidenti di destra” hanno conosciuto i nomi e le idee di questi grandi tradizionalisti del nostro secolo. Negli anni 70 sono state fatte le prime traduzioni dei testi di Evola (“La Tradizione Ermetica”) sempre nel quadro della medesima cerchia e sono state distribuite sotto forma di samizdat. La qualità delle prime traduzioni era assai scadente perché esse venivano eseguite da appassionati poco competenti, ai margini del gruppo degli intellettuali tradizionalisti propriamente detti. Nel 1981 è apparsa nel medesimo ambiente la traduzione di “Heidnische Imperialismus”, il solo libro disponibile presso la Biblioteca Lenin di Mosca.