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Perché l'intervista di Tucker Carlson è fatale sia per l'Occidente che per la Russia?

Cominciamo con qualcosa di più semplice: con la Russia. Qui, Tucker Carlson è diventato il fulcro della coniugazione di due diversi schieramenti – polari – della società russa: per i patrioti ideologici e per gli occidentali d’élite, che tuttavia mantengono la lealtà a Putin e al Distretto militare settentrionale. 

“ABBIAMO PIÙ ALLEATI DI QUANTO SEMBRI”: LENTA INTERVISTA DUGIN

Nel contesto delle sfide globali, la Russia sta trovando il suo percorso unico e la sua idea nazionale. Uno dei personaggi indispensabili per comprendere il ruolo e il posto della Russia nel mondo moderno è Aleksandr Dugin, politologo, filosofo e ideologo dell'eurasiatismo. Le sue idee sono state riconosciute non solo in Russia, ma anche al di fuori dei suoi confini.

“L’Europa è il campo di battaglia fra due visioni del mondo” – Intervista a Daria Platonova

“L’Europa è il campo di battaglia fra due visioni del mondo” – Intervista a Daria Platonova

05.05.2022 - Abbiamo intervistato, in esclusiva, Darya Platonova Dugina, filosofa laureata all’Università Statale di Mosca, specializzata in Neoplatonismo, abile commentatrice politica e figlia del prof. Aleksandr Dugin. L’intervista è stata realizzata bilingue, per essere diffusa anche al pubblico russofono.

Operazione Russa in Ucraina: Amici e Nemici, la Battaglia per il Rimland

Operazione Russa in Ucraina: Amici e Nemici, la Battaglia per il Rimland

06.03.2022 - Gli eventi delle ultime settimane hanno messo in luce gli assi di nuove alleanze geopolitiche e ricostruito completamente la mappa geopolitica del mondo. Così, lo spazio dell’Europa, situato tra il polo dell’Eurasia e quello degli USA (la civiltà del mare) e facendo parte di un’ampia zona, che in geopolitica è chiamata “Rimland” (“terra dell’arco”) ha finalmente perso la sua sovranità (e anche prima, in gran parte virtuale, piuttosto potenziale, che reale) e orientamento al continentalismo. Tutta l’Europa oggi è atlantista.

La nostra guerra epistemologica

Il mio amico italiano del sistema accademico mi ha inviato commenti estremamente importanti su come vengono implementate censura, deplatforming e cancellate la cultura nel sistema educativo globale in ambito filosofico.

Ecco la traduzione delle sue ottime osservazioni:
1. Censura (deplatforming, cancellazione) di Hegel e propaganda di Schopenhauer.
2. Censura (deplatforming, cancellazione) della linguistica scientifica / storica (F. Saussure G. Devoto) e della propaganda del linguaggio analitico (Russel, Chomsky, Kim).

PRIMA CONFERENZA INTERNAZIONALE SULLA QUARTA TEORIA POLITICA (Introduzione)

Il declino dell’ordine mondiale liberale è sotto i nostri occhi. Il mondialismo è al collasso. Lo vediamo ad esempio negli Stati Uniti, in cui esso si trova in uno stato di autentica agonia, con l’amministrazione Trump – il quale ha una posizione molto più moderata in relazione all’agenda liberale globale – che viene vissuta dai globalisti come un qualcosa di fatale, una minaccia esistenziale. Ce ne rendiamo conto dal fatto che i globalisti non hanno alcuna remora a demolire gli stessi Stati Uniti pur di promuovere il loro candidato; essi sono intenzionati a sostenerlo e a preservare l’ordine mondiale liberale a qualsiasi prezzo, anche se il prezzo fosse rappresentato dagli Stati Uniti stessi.

LA PANDEMIA E LA POLITICA DELLA SOPRAVVIVENZA: GLI ORIZZONTI DI UNA NUOVA FORMA DI DITTATURA

Ciò che sta accadendo attualmente è il collasso generale dell’ordine mondiale. Non è minimamente rilevante se la natura del coronavirus sia o meno artificiale, e non è nemmeno di primaria importanza se, qualora fosse artificiale, esso sia stato deliberatamente rilasciato dal «governo mondiale» o meno. L’epidemia è scoppiata, e questo è un dato di fatto. Ora la questione principale è tracciare il modo in cui il «governo mondiale» ha saputo reagire ad essa.

Per chiarire, il «governo mondiale» è l’insieme delle élite politiche ed economiche globali e degli intellettuali e dei media (mediacrati) che sono al loro servizio. Un tale «governo mondiale» esiste di certo, giacché su scala globale esistono norme di base, rigorosamente definite, che determinano i parametri di fondo della politica, dell’economia e dell’ideologia.
 

L’ORDINE POST-GLOBALE È QUALCOSA DI INEVITABILE Schede primarie

Prima riconosciamo questa particolare svolta, più saremo preparati ad affrontare le nuove sfide. La situazione è paragonabile a quella degli ultimi giorni dell’URSS: la stragrande maggioranza della classe dirigente sovietica si rifiutava persino di prendere in considerazione la possibilità di passare a un nuovo modello di Stato, di governance e di ideologia, e solo una piccolissima minoranza si rendeva conto della vera natura della crisi ed era pronta ad adottare un modello alternativo.

IL CORONAVIRUS E L’ORIZZONTE DI UN MONDO MULTIPOLARE: LE POSSIBILITÀ GEOPOLITICHE DELL’EPIDEMIA

Lo scoppio dell’epidemia da coronavirus rappresenta un momento decisivo nella distruzione del mondo unipolare e nel collasso della globalizzazione. La crisi dell’unipolarismo e lo sfaldamento della globalizzazione sono stati evidenti fin dall’inizio degli anni 2000 – la catastrofe dell’11 settembre, la forte crescita dell’economia cinese, il ritorno alla politica globale della Russia di Putin come entità sempre più sovrana, la forte mobilitazione del fattore islamico, la crescente crisi migratoria e l’ascesa del populismo in Europa e persino negli Stati Uniti, che ha portato all’elezione di Trump e a molti altri fenomeni paralleli, hanno reso evidente che il mondo formatosi negli anni Novanta intorno al predominio dell’Occidente, degli Stati Uniti e del capitalismo globale è entrato in una fase di crisi. L’ordine mondiale multipolare comincia a formarsi con nuovi attori centrali, le civiltà, come anticipato da Samuel Huntington [Cfr. Aleksandr Dugin, Teoria del mondo multipolare, AGA Editrice, 2019, NdT]. Ma a fronte dei segnali di una emergente multipolarità, una cosa è una tendenza, un’altra è la realtà oggettiva. È come il ghiaccio incrinato in primavera – è chiaro che non durerà a lungo, ma allo stesso tempo, è innegabile che ci si può anche muovere su di esso, anche se correndo qualche rischio. Nessuno può essere certo di quando il ghiaccio incrinato cederà effettivamente.

GLI DEI PESTILENZIALI: LA GEOPOLITICA DELLE EPIDEMIE E LE BOLLE DEL NULLA

L’epidemia di coronavirus rappresenta la fine della globalizzazione. La società aperta è matura per l’infezione. Chi vuole abbattere le frontiere prepara il terreno all’annientamento totale dell’umanità. Si può sorridere, naturalmente, ma le persone in tute bianche HazMat si incaricheranno di porre presto un termine alle risate inappropriate. Solo la chiusura può salvarci. Chiusura in tutti i sensi – confini chiusi, economie chiuse, fornitura chiusa di beni e prodotti, quello che Fichte ha definito uno «stato commerciale chiuso». Soros dovrebbe essere linciato, mentre in onore di Fichte andrebbe costruito un monumento. Questa è la prima lezione.

INTRODUZIONE A NOOMACHÌA. LEZIONE 8. ANALISI NOOLOGICA DELLA MODERNITÀ

Tutti i processi che hanno preso il via con l’avvento della Modernità abbiano come finalità l’emersione della pura immagine di Cibele. La Modernità è metafisicamente femminista poiché materialistica, orientata contro il tipo eroico e patriarcale presente nella cultura indoeuropea. Anche il borghese è una figura femminista poiché non è un guerriero né un produttore ma un parassita, rappresenta la forma peggiore della natura femminile, una femminilità non indoeuropea né cristiana ma cibeliana. A tal proposito, vorrei citare un aneddoto sociologico interessante. Per Werner Sombart la genesi del capitalismo coincide con l’emergere della maîtresse, un nuovo tipo umano parassitario e dispendioso che, richiedendo differentemente dalla figura della moglie una esagerata disponibilità finanziaria, spingeva gli uomini a partecipare ai processi speculativi capitalistici; secondo Sombart, dunque, la maîtresse ha costituito una delle molle dello sviluppo della società capitalistica.

INTRODUZIONE A NOOMACHÌA. LEZIONE 5. IL LOGOS DI DIONISO

Il regno di Dioniso è costituito dal mondo agricolo. Egli è il dio del vino, oltre che dei sacrifici animali. E nei misteri eleusini, viene sempre accompagnato da Demetra, che gioca in essi un ruolo centrale. Dioniso e Demetra sono entrambi divinità e figure del mondo agricolo e costituiscono un’importante dualità. I misteri eleusini ruotano infatti attorno al pane e al vino, il vino d’uva rappresentato da Dioniso e la spiga di grano rappresentato da Demetra. Questa coppia costituita dalla Madre e dal Figlio celeste – il quale rappresenta il seme patriarcale non creato da lei ma posto in lei, al centro della Terra, al fine di risorgere e tornare all’origine celeste – rappresenta un nuovo modo di interpretare l’agricoltura, una concezione patriarcale dell’agricoltura stessa.

Demetra non coincide con Cibele ma è il frutto di una concezione completamente diversa di ciò che è la Madre Terra. Nello specifico, Demetra rappresenta l’interpretazione patriarcale della Madre Terra; una Madre Terra vista da una dimensione superiore e non interna ad essa. È una divinità epictonica – si trova al di sopra della superficie terrestre – e non ipoctonica. È la madre dei campi di grano coltivati, con le spighe dirette verso l’alto. Essa è dunque aperta alle influenze del Cielo: rappresenta una figura della Grande Madre «domesticata», che riconosce la dimensione trascendente, i princìpi trascendenti del Cielo e del Padre, e si sottomette ad essi. In sintesi, Demetra è la Madre in senso patriarcale, inglobata nella società patriarcale e accettata sotto queste condizioni precisamente come lo è stata l’agricoltura nella società indoeuropea sedentarizzata. La transizione dalla figura di Cibele a quella di Demetra corrisponde al passaggio dalla Madre selvaggia, che crea autonomamente il mondo, alla Madre domesticata, che invece assiste il seme paterno nella crescita. Si tratta di concezioni differenti del principio femminile.

POPULISMO: GOVERNO DEL POPOLO E NUOVA IDEOLOGIA GLOBALE

Molti ritengono che il «populismo» sia solo un termine peggiorativo per designare manifestazioni spontanee anti-élite in Europa e in altri paesi che caratterizzano il panorama della politica contemporanea. Il «populismo» è spesso inteso come l’assenza di una coerente ideologia politica – come la socialdemocrazia, la liberaldemocrazia, il socialismo, il nazionalismo, o idee repubblicane formulate in modo chiaro. Inoltre, «populismo» è considerato tutto ciò che non rientra nel perimetro dell’ideologia a cui aderiscono le moderne élite globali.

Oggi, le élite professano il liberalismo quasi ovunque. Il dibattito concerne unicamente ciò che dovrebbe essere preponderante nell’ambito del liberalismo: se la parte destra (enfasi sull’economia, libertà di impresa, grandi mercati, monopoli, tagli fiscali, ecc.) o sinistra (politiche di genere, migranti, diritti umani, ecc.). Ma, sia in un caso che nell’altro, stiamo parlando di liberalismo (economico, politico o generalizzato, integrale). Tutto ciò che oltrepassa i confini di quello che viene generalmente riconosciuto come liberalismo (di destra e/o di sinistra) viene solitamente chiamato «populismo».

INTRODUZIONE A NOOMACHÌA. LEZIONE 4 .IL LOGOS DI CIBELE

Al fine di comprendere come la cultura indoeuropea sia passata dallo stadio nomade allo stadio sedentario e cosa è accaduto nel corso di questa transizione, durante questo mutamento nella struttura stessa del momento della Noomachìa, dobbiamo considerare qual era l’orizzonte esistenziale che si trovava attorno al Turan in epoca preindoeuropea. Le tribù indoeuropee turaniche giunsero nell’Europa orientale, nell’Anatolia, nei Balcani, nel territorio di Alam in Persia, nello spazio indiano, ma tutti questi territori non erano vuoti. Vi era una qualche altra civiltà, esisteva un altro orizzonte esistenziale, con un proprio momento della Noomachìa diverso da quello caratterizzante le tribù nomadi delle steppe. Stiamo parlando delle civiltà preindoeuropee che avevano sede in Europa, nei Balcani, in Anatolia, nella Persia e nell’India.

INTRODUZIONE A NOOMACHÌA. LEZIONE 2. GEOSOFIA

L’uomo moderno occidentale ritiene che vi sia un solo mondo, il mondo fisico, e una sola cultura in grado di comprenderlo correttamente, la cultura europea occidentale moderna. Si tratta di una sorta di “verità” che implica un genocidio a tutti gli effetti delle altre culture, poiché coloro i quali non riconoscono questa verità e non seguono questa specifica cultura sono considerati sottosviluppati e dunque soggetti a colonizzazione e obbligati a conformarsi al modello dell’uomo bianco. Una visione prettamente coloniale, a cui si oppongono i multiculturalisti o postmodernisti, i quali asseriscono che vi è sì un solo mondo ma molteplici modi di interpretarlo. Rispetto alla visione puramente coloniale, questa impostazione concede la possibilità ad altri di pensarla in modo differente, ma alcuni antropologi hanno rilevato come la base ontologica di quest’unico mondo, che per i multiculturalisti ammette differenti interpretazioni, sia comunque la proiezione del pensiero europeo occidentale moderno sulla natura, cioè la concezione scientifica della natura europea che si assume essere la realtà oggettiva, interpretata poi soggettivamente e differentemente. In ciò consiste il multiculturalismo.

IL SOGGETTO RADICALE ALLA PROVA DEL POSTMODERNO

A cosa ambisce questa creatura, cosa vuole dimostrare? È molto difficile dirlo. Sta di fatto che, nella mia visione, ho appreso come questa tendenza abbia per nome Soggetto Radicale. È un soggetto che non perde la propria soggettività, né quando è sostenuto dalle condizioni assolute dell’esistenza e del mondo, né in condizioni diametralmente opposte. Il Soggetto Radicale è una fiamma che arde sia quando il fuoco è acceso, sia quando è spento - quando non c’è più alcuna fiamma. Eppure, egli non cessa di ardere. E se l’intero processo ciclico di degradazione dall’Età dell’Oro all’Età del Ferro fosse una conseguenza dell’avventura del Soggetto Radicale, il quale genererebbe i vari piani di un inferno sempre più condensato, al fine di mettersi alla prova nell’abisso della realtà?

INTRODUZIONE A NOOMACHÌA. LEZIONE 1. NOOLOGIA: LA DISCIPLINA FILOSOFICA DELLE STRUTTURE DELL’INTELLETTO

Il termine Noologia designa una nuova disciplina filosofica. Noologia è un neologismo derivante da due termini greci: νοῦς (“nous”) e λόγος (“logos”). Logos indica la parola, il discorso o l’indagine. Quindi, la Noologia è la disciplina che studia il Nous. Ma cos’è il Nous? Lo si può tradurre con mente o intelletto, o ancora coscienza. Un qualcosa che giace nelle profondità della mente umana. Sorge dunque spontanea la domanda: cosa si intende per umano? L’uomo è un essere che si differenzia da ogni altro nel mondo per una sola cosa: il pensiero. Ogni altra qualità è condivisa con gli altri esseri viventi, ma il pensiero costituisce un’esclusiva dell’essere umano, il quale può essere quindi definito come una creatura pensante o essere pensante. Di conseguenza, il pensiero è per definizione umano. Tutti i viventi hanno un corpo e diverse istanze ad esso correlate (tutti proviamo dolore fisico, piacere fisico, e così via), ma nessuna creatura eccetto noi nel mondo vivente dispone di un intelletto ed è in grado di pensare. Il pensiero o Nous, allora, costituisce l’essenza dell’uomo. Tutti gli altri aspetti della vita sono comuni all’uomo quanto alle altre creature ma il pensiero, l’intelletto, è un aspetto unico dell’uomo ed è ciò che ci rende umani. Essere un umano significa essere una creatura pensante. Così, il Nous è la radice più profonda dell’essere umano, dell’umanità. Noi siamo umani perché vi è in noi il Nous.

Il ritorno dei bei tempi

In Russia vi sono alcune persone – afferenti a diversi segmenti della società – che la pensano come me e ve ne sono altre, in numero molto maggiore, che avversano le mie idee. Lo stesso vale per gli altri paesi. Vi sono tradizionalisti in Europa, negli Stati Uniti, nel mondo islamico (soprattutto in Iran e Turchia), in Cina, India, America Latina e Africa, che condividono questo approccio. È ovvio che la maggioranza assoluta non lo condivida. Il fatto che sia così non è strano. In questi tempi, la maggioranza si suppone sia sotto l’ipnosi dell’Anticristo (globalismo, liberalismo, ontologia orientata agli oggetti, intelligenza artificiale e così via). Sono felice che vi siano persone, movimenti e talvolta leader politici di spicco che condividono la visione tradizionalista, sia pure in modo parziale, pragmatico o – molto più di rado – nel suo complesso. So che esistono persone del genere negli Stati Uniti, soprattutto tra i sostenitori di Trump. Sono felice di questo. E così dovrebbe essere: la Battaglia Finale non può limitarsi entro i confini nazionali. È un evento dell’umanità intera, che concerne tutta la storia umana. Il se-Stesso del Dasein combatte contro das Man (inteso come l’inautentica forma di esistenza del Dasein) per risolvere il problema dell’«Essere o non essere?» Questa è la linea di demarcazione. Non è una questione di vecchie ideologie (liberalismo, comunismo o fascismo), né una guerra tra nazioni, religioni, «razze» o civiltà. È l’Eternità contro il Tempo. È l’Assoluto contro il Relativo che finge di essere a sua volta assoluto. È Platone-Heidegger-Guénon contro Epicuro-Descartes-Popper. È il Sacro contro il Profano.

ANTICOMUNISMO E ANTIFASCISMO: ARMI DEL CAPITALISMO

Il comunismo ha rappresentato l’impianto ideologico di base per un attore geopolitico molto importante: l’URSS, a cui si deve aggiungere la Cina comunista e altri paesi socialisti. Il comunismo si contrapponeva al capitalismo, e questa contrapposizione si dispiegava sul piano della mera potenza, su quello diplomatico e territoriale. Ma nel 1991, tutto crollò. Ciò portò ad un cambiamento fondamentale nello status stesso della sinistra; se prima del 1991 un comunista poteva contare sul potenziale geopolitico dell’URSS, dopo il 1991 il comunismo si è trasformato in una sorta di tendenza, in un movimento sociale che aveva perso la sua componente di potenza. Divenne un fenomeno inconsistente e meno intelligibile. Storicamente, la fine dell’URSS ha rappresentato la fine della battaglia ideologica bipolare.

VERSO UNA GEOPOLITICA MULTIPOLARE (ANCORA SUL CONCETTO DI HEARTLAND DISTRIBUITO)

Oggi ci troviamo a discutere del mondo multipolare e di come la Russia, nonostante le terribili perdite subite, abbia conservato la sua sovranità, sia rientrata nella storia, si sia rimessa in sesto e sia riuscita a tirarsi fuori – anche se solo parzialmente – dal dominio della Quinta colonna posta al suo interno. Al contempo, l’egemonia unipolare della potenza marittima si è in qualche modo affievolita, in conseguenza ad alcune vittorie conseguite sulla scena internazionale dalla Russia. In ogni caso, è evidente che Fukuyama aveva annunciato prematuramente la fine della storia e la vittoria globale del liberalismo. Siamo stati effettivamente prossimi a questo, e possiamo dire di aver vissuto davvero nel mondo unipolare, ma questo mondo unipolare non poteva essere reso eterno, non poteva affermare se stesso, e dunque non è diventato altro che un momento, un episodio.

HEARTLAND DISTRIBUITO: L’IMPERATIVO DI UNA NUOVA GEOPOLITICA

Esiste un Heartland russo, eurasiatico, ma esso non può affermarsi come potenza terrestre da solo. Di conseguenza, è necessario guardare attentamente all’Heartland europeo: ad esempio, considerando l’alleanza con l’asse francotedesco (Parigi-Berlino-Mosca). L’Europa continentale può essere considerata come un altro Heartland – che dovrebbe essere amichevole nei confronti dell’Heartland russo, ma che costituisce un fenomeno autonomo e indipendente. Un’altra questione è quella relativa all’Heartland cinese. Se riconosciamo alla Cina lo status di Heartland, ne sottolineiamo l’aspetto conservatore: la Cina come potenza di Terra. Allorché la Cina si dichiarasse Heartland contro la Russia, proprio come la Germania di Hitler si dichiarò Eurasia contro la Russia, sorgerebbe immediatamente un conflitto. Tuttavia, nel caso di un Heartland distribuito (diffuso), questo acquisisce un significato completamente diverso.

ORIZZONTE DELL’IMPERO IDEALE

L'economia sarà abolita e gli economisti saranno licenziati.

Anche la proprietà privata sarà abolita. Il sole brillerà. La terra e il tempo apparterranno all'Eidos. Non ci saranno né banche né grandi possedimenti. Rilke e Heidegger parlano di questo come "il trasferimento dei pesi dalle mani del mercante alle mani dell'angelo".

Ci saranno automobili, ma solo molto, molto belle.

Una delle arti più importanti sarà l'arte della danza. La danza diventerà un dovere politico. Tutti balleranno in cerchio; saranno inoltre promossi il tango, twist, bossa nova, che diventeranno obbligatori. Tutti dovrebbero poter ballare e i funzionari, come in Cina, dovranno inoltre disegnare e comporre poesie.

Verso i contadini ci sarà un atteggiamento votato alla sacralità. Tutta la vita sarà modellata per adattarsi ai contadini. Tutto per i contadini. La popolazione sarà pastorale e coltivatrice. L'agricoltura, il grano, l'uva, la cottura, i pani, così come i tori, le mucche, le pecore e le capre saranno elevati allo stato dell'ideologia statale. Alla vista di una spiga di grano o di un asino, per non parlare di un agricoltore o di un pastore, tutti i cittadini di Platonopoli dovranno accoglierli con il canto. A guidare l'umanità saranno il Pane e il Vino. Tori parlanti con la luna tra le corna serviranno Pane e Vino ai viaggiatori stanchi. 

Tutto intorno ci saranno giardini e foreste, così come animali selvatici insieme agli animali domestici. I lupi padroneggeranno i lavori manuali e aiuteranno i contadini a riparare i carri e cantare canzoni.

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