Tra Eurasia e Occidente

Il concetto di nazione è capitalista ed occidentale. Invece, il concetto di Euroasianismo si richiama a differenze culturali ed etniche, e non all’unificazione sulla base dell’individuo come contempla il nazionalismo. La nostra idea differisce dal nazionalismo perché noi difendiamo un pluralismo di valori. Noi stiamo difendendo idee, non la nostra comunità; idee, non la nostra società. Noi stiamo sfidando la postmodernità, ma non per conto della nazione russa da sola. La postmodernità è un abisso spalancato. La Russia è solo una parte di questo conflitto globale. È certamente una parte importante, ma non l’ultima meta. Per quelli di noi in Russia, noi non possiamo salvarla senza salvare il mondo allo stesso tempo. E parimenti, non possiamo salvare il mondo senza salvare la Russia. Non è solo un conflitto contro l’universalismo occidentale. È un conflitto contro tutti gli universalismi, anche quello islamico. Noi non possiamo accettare nessun desiderio di imporre alcun universalismo sopra gli altri – né occidentale, islamico, socialista, liberale o Russo. Non difendiamo né l’imperialismo russo né il revanscismo, ma piuttosto una visione globale e multipolare basata sulla dialettica delle civiltà. Quelli a cui ci opponiamo dicono che la molteplicità delle civiltà necessariamente implica uno scontro. Questa è un’affermazione falsa. La globalizzazione e l’egemonia americana causano un’intrusione sanguinosa e un innesco della violenza tra civiltà dove ci potrebbe essere pace, dialogo, o conflitto, a seconda delle circostanze storiche. Ma imporre un’egemonia nascosta implica conflitto e, inevitabilmente, peggiore nel futuro. Così loro dicono pace ma fanno la guerra. Noi difendiamo la giustizia – non pace o guerra, ma giustizia e dialogo e il diritto naturale di qualsiasi cultura a mantenere la sua identità e a perseguire ciò che vuole essere. Non solo storicamente, come nel multiculturalismo, ma anche nel futuro. Dobbiamo liberarci da questi pretendenti universalismi.

 

Programma del Movimento Politico-sociale EURASIA

 

  Le forme culturali della vita nazionale variano nei secoli. Ma l’idea di una società Buona e Giusta si è sempre conservata nei secoli come una costante. Carattere culturale dei russi è tradizionalmente l’aspirazione ad elevati ideali e una sorta di disprezzo per la sfera dei beni materiali. Un accentuato sentimento idealista ed una visione universale possono essere individuati nelle più diverse fasi della storia russa. L’ideale del sacrificio è stato inizialmente inteso in termini cristiani, quale particolare debito dei Russi verso la Tradizione Cristiana affidatagli. Nel periodo Sovietico il medesimo idealismo russo venne inteso in senso secolarizzato, in quanto etica dell’eroismo al servizio dei principi della giustizia sociale e dell’uguaglianza universale. E’ tipico il fatto che i conflitti fondamentali della storia russa non si siano sviluppati fra i sostenitori di sistemi idealisti e i pragmatici, ma quasi esclusivamente fra due campi idealisti, in vario modo e con varia intensità difensori di modelli idealistici, talora perfino utopistici, differentemente espressi e formulati. Lo stile culturale dei Russi attraversi l’intero corso della loro storia è caratterizzato da un ripensamento dinamico in chiave nazionale di elementi presi a prestito da diversi contesti culturali, dalla loro elaborazione creativa ed originale, dal loro abile inserimento entro un particolare contesto specificamente russo. La libertà nel creativo adattamento ed assimilazione di scale di valori, dottrine e simboli presi a prestito altrove rivela l’apertura dei Russi verso la varietà etnica che li circonda. Viceversa, la fedeltà alla propria origine nazionale, che ridà a quanto viene preso in prestito la forma irripetibile ed unica di un prodotto tipicamente russo, dimostra la costanza del tipo culturale, la sua specificità nazionale e stabilità.

La nostra conformazione idealista implica che l’insieme dei nostri ideali è anche l’insieme dei nostri fini. 

PIETRE MILIARI DELL’EURASISMO

Il valore principale dell’eurasismo è consistito in idee sorte nel profondo della tradizione della storia e della statualità russa. L’eurasismo ha guardato alla cultura russa non come ad una semplice componente della civiltà europea, ma come ad una civiltà originale, che riassume in sé le esperienze non soltanto dell’Occidente ma anche, in pari misura, dell’Oriente.

Il popolo russo, da questo punto di vista, non va collocato né fra i popoli europei né fra quelli asiatici; esso appartiene ad una comunità etnica eurasiatica pienamente originale. Tale originalità della cultura e statualità russe (che presentano al tempo stesso elementi europei ed asiatici) definisce anche lo specifico percorso storico della Russia, il suo programma nazional-statale, non coincidenti con la tradizione europeo-occidentale. 

L’EURASIA PRIMA DI TUTTO

  Nella nostra società russa* - particolarmente nella sfera sociale e politica – in questo principio del nuovo millennio si avverte una dolorosa carenza di idee. La maggioranza delle persone – inclusi amministratori, politici, scienziati, lavoratori – vengono guidate, nella vita come nelle scelte sociali, da un insieme di fattori temporanei, preoccupazioni casuali, richiami transitori ed effimeri. Stiamo rapidamente perdendo qualsiasi rappresentazione generale del senso della vita, della logica della storia, dei problemi dell’uomo, del destino del mondo. La scelta esistenziale e sociale è stata sostituita dall’advertising aggressivo.

In luogo di una sensata ed esauriente ideologia politica troviamo una efficiente (o inefficiente) attività di PR. L’esito della battaglia di idee è definito dal volume di investimenti in entertainment shows. Drammatici scontri fra popoli, culture e religioni sono trasformati in spettacoli ispirati da corporations transnazionali e holding petrolifere. Sangue, vita, spirito umano divengono astrazioni statistiche, spese di consumo, nel migliore dei casi demagogiche figure di discorso all’interno di dolciastre ed ambigue lamentele umanitarie, dietro cui si cela un doppio metro di valore.  
   Al posto dell’uniformità totalitaria, l’indifferenza totalitaria. La maggioranza dei partiti politici e dei movimenti sociali persegue fini puramente tattici. Mai, concretamente, è dato di incontrare un’ideologia esplicita e conseguente, capace di strappare gli uomini da uno stato di sonnacchiosa indifferenza, di restituire pienezza alla vita. 

Credo che G8 e una struttura imperialista

Professor Dugin, alcuni analisti politici hanno sostenuto che quello dell'Aquila potrebbe essere l'ultimo summit formato G8. Sempre secondo tale opinione, d'ora in poi si dovrà sempre parlare di G20, non solo da un punto di vista formale ma anche sostanziale imposto dal cambiamento dei rapporti di potere, di peso economico e di strategie geopolitiche. Lei si trova d’accordo con tale tesi?

Credo che G8 e una struttura imperialista e deve essere guardata come tale. Non credo che la Russia deve stare qui, deve ne uscire. Non penso che con i paese occidentale e soprattutto Stati Uniti si puo parlare con estorto dalla parte delle altri paese nel qualcuno contesto delle organizzazione internazionale. Sarrebbe meglio organizzare i gruppi delle state diversae per confrontare insieme la politica imperialista delle Stati Uniti.

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